La due giorni di lavori di Italia 2035 promossa da Forbes Italia si è aperta con la tematica della giustizia.
Nel contesto dell’evento “Italia 2035” promosso da Forbes Italia, il primo panel della due giorni ha acceso i riflettori su un tema centrale per la competitività del Paese: Giustizia ed Efficienza dello Stato. Moderato da Giuseppe De Filippi, vicedirettore del TG5, il dibattito ha visto la partecipazione di alcune delle voci più autorevoli del mondo istituzionale e giuridico italiano: Fulvio
Baldi, Alfonso Celotto, Franco Massi, Tommaso Miele e il Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.
Ad aprire il panel, un originale contributo di Giuseppe De Filippi, che ha immaginato l’Italia del futuro come vista da un “giornalista marziano” sbarcato sulla Terra. Un Paese profondamente trasformato da crisi, riforme e innovazione, con un tessuto sociale che cerca nuovi equilibri tra tecnologia, sostenibilità, demografia e giustizia.
Il panel ha aperto una discussione sincera, densa di proposte e visioni, confermando che giustizia ed efficienza sono elementi inscindibili per un’Italia capace di guardare al futuro con equilibrio, responsabilità e coraggio.
Il primo panel, moderato da Giuseppe De Filippi, Vicedirettore TG5 si è parlato di Giustizia ed Efficienza dello Stato. Questi gli interventi salienti di ciascun intervento:
Il Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, Fulvio Baldi, ha offerto una visione critica ma costruttiva sulla riforma costituzionale della giustizia. Ha messo in discussione l’efficacia delle soluzioni strutturali proposte, come il sorteggio per il CSM e la creazione dell’Alta Corte. Ha invece sottolineato che è la qualità delle persone a fare la differenza: “Il cittadino ha bisogno di un pubblico ministero preparato, dirigente e onesto“. Baldi ha ricordato come la vera sfida sia bilanciare efficienza e garanzie: una giustizia troppo veloce può diventare superficiale, mentre una giustizia troppo garantista rischia di essere inutile. Ha proposto criteri più rigorosi per la selezione dei membri del CSM e una maggiore valorizzazione dell’esperienza e dell’indipendenza dei magistrati.
In collegamento video, il costituzionalista Alfonso Celotto ha illustrato le criticità organizzative della giustizia italiana, indicando nella parola “efficienza” la chiave per il cambiamento. Ha sottolineato l’urgenza di ridurre il carico processuale e garantire tempi certi, ricordando che una giustizia rapida è il pilastro di ogni democrazia funzionante. Secondo Celotto, la separazione delle carriere e la riforma dell’organizzazione interna dei tribunali sono passaggi necessari, ma non sufficienti, senza una visione sistemica e strumenti concreti per ridurre drasticamente i tempi dei procedimenti.
Il Segretario Generale della Corte dei Conti, Franco Massi, ha richiamato le origini della Corte e il suo mandato di “illuminare e consigliare” l’azione pubblica. Ha criticato il protagonismo giudiziario e l’uso improprio delle informazioni preliminari: “Un invito a dedurre non deve diventare una condanna mediatica“. Massi ha auspicato una riforma della Corte che ne rafforzi il ruolo consultivo, in modo da supportare concretamente l’amministrazione pubblica, riducendo la cosiddetta “paura della firma” che rallenta l’efficienza decisionale. Ha inoltre rimarcato l’importanza di formare dirigenti pubblici consapevoli e responsabili, capaci di interpretare e attuare le norme con equilibrio e pragmatismo.
Il Presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele, ha parlato con franchezza delle inefficienze del sistema e dell’urgenza di ridare equilibrio al rapporto tra politica e magistratura. Ha ricordato come le decisioni giudiziarie possano avere impatti devastanti su imprese e famiglie: “Dobbiamo sempre ricordare che dietro ogni fascicolo ci sono persone“. Ha insistito sull’importanza di una magistratura consapevole degli effetti sociali delle proprie decisioni e ha rilanciato la proposta di una maggiore funzione consultiva per la Corte dei Conti, in modo da prevenire danni piuttosto che accertarli ex post. Inoltre, ha espresso la necessità di test psicoattitudinali per garantire l’equilibrio emotivo dei magistrati, considerata la delicatezza del loro ruolo.
A concludere il panel, il Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha ribadito come l’efficienza non possa essere perseguita sacrificando i diritti fondamentali. Ha lanciato un monito contro il rischio di derive efficientiste: “Privare il cittadino dei suoi diritti in nome della velocità è un crimine legislativo“. Sisto ha proposto invece di intervenire su altri fronti: aumento del numero dei magistrati, investimenti nella digitalizzazione del sistema, rafforzamento della formazione. Ha anche invitato a riflettere sui limiti della giustizia predittiva, sottolineando l’irrinunciabile valore umano nella valutazione dei casi concreti. Il suo intervento ha richiamato l’etica della giustizia come fondamento della fiducia collettiva nello Stato di diritto.
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