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I dazi di Trump frenano l’economia globale: Stati Uniti più colpiti, l’Ocse taglia le stime anche per l’Italia

"Le prospettive stanno peggiorando a causa delle elevate barriere commerciali", si legge nel rapporto.
I dazi di Trump frenano l’economia globale: Stati Uniti più colpiti, l’Ocse taglia le stime anche per l’Italia
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I dazi voluti di Donald Trump danneggiano tutti i Paesi, ma finiscono per pesare soprattutto sull’economia statunitense. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), la crescita economica globale è destinata a rallentare significativamente, passando dal 3,3% nel 2024 al 2,9% sia nel 2025 che nel 2026.

Gli Stati Uniti saranno i più colpiti, con una crescita in calo dal 2,8% nel 2024 all’1,6% e all’1,5% rispettivamente nel 2025 e nel 2026.  Un marcato rallentamento è atteso anche in Canada, Messico e Cina. Per la Cina, la crescita economica dovrebbe passare dal 5% nel 2024 al 4,3% nel 2026. In Canada e Messico, invece, il Pil è previsto in calo dall’1,5% nel 2024 all’1,1% nel 2025, segnalando una perdita di slancio per entrambe le economie nordamericane. Gli altri paesi saranno toccati in maniera più contenuta.

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Cosa succede in Italia

L’Ocse ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia, che dovrebbero passare dallo 0,7% nel 2024 allo 0,6% nel 2025, per poi risalire lievemente allo 0,7% nel 2026. Si tratta di una correzione al ribasso rispetto alle previsioni di marzo, che indicavano un +0,7% per il 2025 e un +0,9% per il 2026. In Italia “una più rapida attuazione dei progetti del Pnrr o una maggiore domanda di esportazioni da parte di altri Paesi europei favorirebbero la crescita. Questo dovrebbe incoraggiare maggiori investimenti privati e occupazione nel medio termine”.

Per quanto riguarda l’area euro, l’organizzazione internazionale prevede un “lieve rafforzamento della crescita”, attesa in aumento dallo 0,8% nel 2024 all’1,0% nel 2025, fino a raggiungere l’1,2% nel 2026.

Cosa rallenta la crescita

“Le prospettive economiche globali stanno peggiorando, a causa delle elevate barriere commerciali, delle condizioni finanziarie più restrittive, del calo della fiducia e dell’accresciuta incertezza politica”, si legge nel rapporto. “In alcune economie sono riemerse pressioni inflazionistiche. Si prevede che l’aumento dei costi commerciali nei paesi che aumentano i dazi spingerà ulteriormente l’inflazione, sebbene l’impatto sarà parzialmente compensato dal calo dei prezzi delle materie prime. Si prevede che l’inflazione complessiva annua nelle economie del G20 diminuirà dal 6,2% al 3,6% nel 2025 e al 3,2% nel 2026”.

“L’economia globale è passata da un periodo di crescita resiliente e inflazione in calo a un percorso più incerto”,  ha affermato il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann . “Le nostre ultime prospettive economiche mostrano che l’attuale incertezza politica sta indebolendo il commercio e gli investimenti, diminuendo la fiducia di consumatori e imprese e frenando le prospettive di crescita. I governi devono collaborare tra loro per affrontare qualsiasi problema nel sistema commerciale globale in modo positivo e costruttivo attraverso il dialogo, mantenendo i mercati aperti e preservando i benefici economici di un commercio globale basato su regole per la concorrenza, l’innovazione, la produttività, l’efficienza e, in definitiva, la crescita”.

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