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Amplifon punta sull'IA e sulle competenze degli audiologi

Focus sulle nuove tecnologie, ma la componente umana resta imprescindibile nel percorso di riabilitazione uditiva.
Amplifon punta sull'IA e sulle competenze degli audiologi
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Amplifon ha lanciato nei principali mercati europei, inclusa l’Italia, e in Oceania (Australia e Nuova Zelanda) un nuovo apparecchio acustico (Ampli-Mini AI) con funzionalità di intelligenza artificiale (IA), miniaturizzato e ricaricabile. Si tratta di un innovativo dispositivo in grado soprattutto di migliorare l’ascolto delle conversazioni in luoghi rumorosi grazie all’utilizzo di algoritmi che permettono di riconoscere e differenziare suoni e parole e adattarsi ai diversi ambienti.

“L’apparecchio acustico”, ha commentato il ceo di Amplifon Enrico Vita, “è un device molto avanzato perché deve racchiudere tante tecnologie in piccole dimensioni. Già prima dell’IA gli apparecchi acustici erano dispositivi iperconnessi, in grado di comunicare con altri device come il telefono, la tv e le app. L’intelligenza artificiale sta portando una ulteriore ondata di innovazione in termini di miglioramento delle performance, in particolare di ascolto delle conversazioni in luoghi rumorosi. L’AI sarà decisiva in tanti settori e il nostro non farà eccezione: è un abilitatore orizzontale come lo è stata l’energia elettrica o, in tempi più recenti, il personal computer”.

I nuovi dispositivi a marchio Amplifon, inoltre, hanno una batteria in grado di durare un intero giorno, oltre a essere piccoli e discreti come tutti gli apparecchi acustici di ultima generazione.

Al di là dei device, l’intelligenza artificiale e in generale le nuove tecnologie possono dare al gruppo un importante vantaggio competitivo per varie ragioni: “Utilizziamo le tecnologie (Intelligenza artificiale compresa) anche in fase di diagnosi, come il sistema proprietario per i test Otokiosk, per la gestione dell’agenda degli audiologi, il customer care e tutto quello che è legato alla gestione del cliente”, prosegue Vita.

L’innovazione è dunque una componente essenziale del prodotto e della strategia di Amplifon, ma la società evidenzia come il percorso di diagnosi e cura dell’udito necessiti di una indispensabile componente umana.

“La componente tecnologica”, ricorda Vita, “è solo una parte di ciò che offriamo ai nostri pazienti: il servizio altamente qualificato dei nostri audiologi è cruciale per ottenere un risultato qualitativamente eccellente”. Gli audiologi (o audioprotesisti) sono il cuore dell’attività di Amplifon, poiché si occupano di accompagnare il paziente in tutto il percorso di riabilitazione uditiva, dalla fase di test (Amplifon li offre gratuitamente nelle sue circa 20mila cliniche nel mondo) alla scelta del migliore apparecchio acustico fino al suo adattamento e al follow-up per tutta la durata della sua vita utile, anche per verificare l’evoluzione della situazione del paziente.

Amplifon dispone di una rete di oltre 10mila audiologi in tutto il mondo, professionisti abilitati (in Italia ad esempio serve una laurea triennale) la cui competenza è assolutamente indispensabile per aiutare le persone a riscoprire le emozioni dei suoni. In Italia la società offre ogni anno borse di studio a giovani studenti che vogliano diventare audiologi iscrivendosi al corso di laurea in tecniche audioprotesiche.

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