L'evento totalmente dedicato al mondo dell’intelligenza artificiale ha visto la partecipazione di 9mila visitatori unici con più di 20mila accessi nelle sale workshop
di Antonio Ravenna
Anche quest’ anno è tornata l’AI Week, l’evento totalmente dedicato al mondo dell’intelligenza artificiale. La sesta edizione ha visto 9mila visitatori unici con più di 20mila accessi nelle sale workshop, oltre 500 speaker e più di 180 sponsor. Ne abbiamo parlato con Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori della community IA Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week.
L’AI Week arriva alla sua sesta edizione, raddoppiando le presenze rispetto al 2024. Cosa ha portato a questo successo?
Giacinto Fiore: Ci sono almeno tre fattori principali che hanno contribuito a questo successo. Il primo è senz’altro l’impegno. Dietro AI Week c’è un team straordinario, che sta crescendo di anno in anno e che lavora con una dedizione assoluta. Abbiamo persone che credono profondamente nella missione dell’evento e che, con competenza e passione, continuano a conquistare la fiducia del mercato. Il secondo elemento è la fiducia degli espositori. Molte aziende che avevano partecipato nelle edizioni precedenti hanno scelto di tornare anche quest’anno, a conferma del valore concreto generato da AI Week. Il terzo fattore è la nostra strategia di espansione europea. Abbiamo iniziato a investire seriamente in relazioni commerciali internazionali per rendere AI Week un vero riferimento continentale. Infine, non possiamo ignorare la crescente attenzione del mercato: oggi imprenditori, manager e professionisti partecipano alla AI Week perché sanno che troveranno ispirazione, strumenti e connessioni concrete.
Come sta cambiando negli anni la percezione dell’intelligenza artificiale in Italia?
Giacinto Fiore: Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento radicale. Se prima ci si chiedeva “Che cos’è l’intelligenza artificiale?”, oggi la domanda è diventata “Come posso usarla a mio vantaggio?”. Questo rappresenta una svolta significativa: manager e imprenditori ora cercano soluzioni applicabili ai propri contesti, con esigenze chiare e obiettivi strategici. La AI Week riflette questo cambiamento, i partecipanti arrivano con domande più mature, con progetti in fase di sviluppo, e con la voglia di confrontarsi su temi concreti, dalla governance all’adozione etica. Questo è un segnale chiaro: l’intelligenza artificiale sta diventando parte integrante della visione aziendale anche in Italia.
Nel concreto, cosa chiedono e cosa si aspettano le aziende che hanno partecipato all’AI Week?
Giacinto Fiore: Le aziende chiedono innanzitutto di essere guidate. Sanno che l’intelligenza artificiale è una leva potente, ma riconoscono anche di non avere sempre le competenze interne per gestirla da sole.
Pasquale Viscanti: Per questo motivo, la richiesta principale è di consulenza strategica e formazione. Parallelamente, le imprese cercano soluzioni concrete: da prodotti pronti all’uso, immediatamente applicabili, a progetti personalizzati sviluppati su misura. In sostanza, non cercano solo tecnologia, ma partner affidabili che li accompagnino nel percorso di trasformazione.
Che ruolo avrà nell’innovare la nostra economia l’AI Literacy, quindi la conoscenza – legata al concetto di responsabilità sociale e legale delle aziende – degli strumenti di intelligenza artificiale?
Pasquale Viscanti: Alla AI Week 2025, uno dei temi emersi con più forza è stato proprio questo: l’urgenza di affiancare all’innovazione tecnologica una crescente responsabilità sociale, legale e regolamentare. È un tema che non si può più rimandare. Eppure, siamo ancora agli inizi. La cosiddetta AI Literacy non è solo una questione di competenze tecniche: è, prima di tutto, una questione di cultura aziendale e di coscienza collettiva. Oggi molte imprese non sono ancora sufficientemente sensibili a questi aspetti. Serve una tensione più alta verso la responsabilità, e questo potrà avvenire solo se crescerà, parallelamente, un ecosistema di consulenti specializzati, capaci di aiutare le aziende a interpretare correttamente i nuovi scenari normativi e a integrarsi con essi. Per ora, manca un vero sistema di controlli. Ma questo scenario sta per cambiare radicalmente. Con l’entrata in vigore dell’AI Act europeo – già previsto nei prossimi mesi – le aziende dovranno rispettare obblighi chiari, e saranno soggette a sanzioni severe in caso di violazioni. Questo significa che la conoscenza dell’intelligenza artificiale non sarà più opzionale: diventerà un prerequisito per operare in maniera legittima e sostenibile nel mercato.
Cosa ci aspetta per l’edizione del 2026?
Giacinto Fiore: Possiamo già annunciare con entusiasmo che la AI Week 2026 si terrà sempre a Milano il 19 e 20 maggio, e sarà un’edizione che segnerà un ulteriore salto di qualità, sia in termini di contenuti che di dimensioni. Abbiamo deciso di raddoppiare lo spazio espositivo, per dare voce a un numero ancora maggiore di attori: aziende consolidate, centri di ricerca, ma anche e soprattutto startup, che sono il cuore pulsante dell’innovazione tecnologica.
Pasquale Viscanti: L’obiettivo è trasformare la AI Week in una vera piattaforma europea dell’intelligenza artificiale, un luogo dove innovatori, imprenditori, investitori e istituzioni possano incontrarsi, contaminarsi, e dare vita a nuove progettualità. Prevediamo inoltre una presenza internazionale ancora più marcata e l’introduzione di nuovi format esperienziali e formativi che renderanno l’evento non solo un momento di aggiornamento, ma anche di ispirazione e networking reale. La AI Week 2026 sarà più grande, più globale e ancora più connessa alla realtà economica e sociale del nostro tempo. Perché l’intelligenza artificiale non è solo tecnologia: è cultura, visione e responsabilità.
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