L'azienda, nata come spin-out dell'Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma, è guidata dall'italiano Francesco Sciortino.
Proxima Fusion, startup dell’energia a fusione con sede a Monaco di Baviera, ha chiuso un round di finanziamento di serie A da 130 milioni di euro guidato da Cherry Ventures e Balderton Capital. È la più importante raccolta di fondi privati a livello europeo nel settore.
Al round hanno partecipato anche Uvc Partners, DeepTech & Climate Fonds, Plural, Leitmotif, Lightspeed, Bayern Kapital, Htgf, Club degli Investitori, Omnes Capital, Elaia Partners, Visionaries Tomorrow, Wilbe e redalpine (che aveva guidato il round seed dello scorso anno).
In totale, tra capitali pubblici e privati, Proxima ha raccolto 185 milioni di euro. Il suo obiettivo è costruire la prima centrale a fusione commerciale al mondo progettata su stellarator (uno strumento usato per confinare plasma caldo con campi elettromagnetici per ottenere una reazione di fusione controllata).
“La fusione è diventata un’opportunità reale e strategica per spostare la dipendenza energetica globale dalle risorse naturali alla leadership tecnologica”, ha dichiarato l’amministratore delegato e co-fondatore, Francesco Sciortino. “Proxima è nella posizione ideale per sfruttare questo straordinario momento, unendo uno spettacolare team di progettazione ingegneristica e produzione con le istituzioni di ricerca leader a livello mondiale, accelerando il percorso verso la messa in funzione della prima centrale a fusione europea nel prossimo decennio”.
Che cos’è Proxima Fusion
Proxima, fondata nell’aprile 2023, è uno spin-out dell’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma (Ipp), con cui ancora collabora. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’Europa da leader nella ricerca sulla fusione a potenza globale nel suo impiego. Ha più di 80 tra ingegneri, scienziati e operatori che vengono da istituzioni e aziende come Ipp, Massachusetts Institute of Technology, Harvard, SpaceX, Tesla e McLaren. I dipendenti sono distribuiti tra il quartier generale di Monaco di Baviera, l’Istituto Paul Scherrer, vicino a Zurigo, e il campus di fusione di Culham, vicino a Oxford.
Il suo approccio alla progettazione è basato sulla simulazione. Sfrutta il calcolo computazionale avanzato e la tecnologia dei magneti superconduttori ad alta temperatura (Hts), capitalizzando sui risultati di un esperimento di ricerca dell’Ipp, lo stellarator Weldenstein 7-X . Il Weldenstein 7-X, costato circa 1 miliardo di euro, si trova a Greifswald, nella regione tedesca del Meclemburgo.
All’inizio del 2025 Proxima ha presentato Stellaris, che ha definito come il primo concetto al mondo di stellarator scientificamente validato che integra nella sua progettazione tutti gli aspetti della fisica, dell’ingegneria e della manutenzione. Secondo l’azienda, è un importante passo avanti per l’industria della fusione e traccia un percorso promettente verso una centrale elettrica a fusione commerciale.
I progetti
Il nuovo finanziamento dovrebbe permettere a Proxima di completare il suo Stellarator Model Coil (Smc) entro il 2027, una dimostrazione di hardware che dovrebbe ridurre i rischi della tecnologia dei superconduttori ad alta temperatura per gli stellarator, stimolando l’innovazione europea in questo ambito.
L’azienda dovrebbe anche definire il luogo della realizzazione di Alpha, il suo stellarator demo, per il quale dialoga con diversi governi europei. Alpha dovrebbe entrare in funzione entro il 2031 e rappresentare un passo chiave verso la realizzazione di una centrale a fusione capace di generare più energia di quella che consuma.
“L’energia di fusione sta entrando in una nuova era, passando dalla scienza di laboratorio all’ingegneria su scala industriale”, ha detto ancora Sciortino. “Questo investimento convalida il nostro approccio e ci dà le risorse per fornire l’hardware essenziale per rendere l’energia da fusione pulita una realtà”.
“Il meglio che la deep tech possa offrire”
“Sosteniamo i founder che risolvono i problemi più difficili per l’umanità, e pochi sono più urgenti dell’avere energia pulita e illimitata”, ha dichiarato Filip Dames, founding partner di Cherry Ventures. “Proxima Fusion combina l’avanguardia scientifica europea con l’ambizione commerciale, trasformando la ricerca di livello mondiale in una delle imprese di fusione più promettenti a livello globale. Questo è il meglio che la deep tech possa offrire e un chiaro segnale del fatto che l’Europa può guidare la scena mondiale”.
Per Daniel Waterhouse, partner di Balderton Capital, “gli stellarator non sono solo l’approccio tecnologicamente più valido all’energia di fusione, sono le centrali elettriche del futuro, in grado di guidare l’Europa in una nuova era di energia pulita. Proxima si è saldamente assicurata la posizione di leader europeo nella corsa globale alla fusione commerciale”.
Mentre per Claudio Spadacini, champion del Club degli Investitori, “la transizione energetica è una sfida epocale, essenziale per il futuro del pianeta, il cui successo è strettamente connesso alla capacità di sviluppare e scalare tecnologie in grado di decarbonizzare la nostra società. La fusione nucleare è una tecnologia potenzialmente in grado di contribuire in maniera sostanziale, ma la sfida è ambiziosa e complessa. Proxima Fusion è una realtà che può contribuire significativamente, se non guidare la corsa allo sviluppo di questa tecnologia tanto ambiziosa”.
Ian Hogarth, partner di Plural, ha detto invece che “Proxima Fusion esemplifica un nuovo tipo di ambizione europea: uno sforzo a pieno regime per sviluppare la prima centrale a fusione del mondo. Dal primo round pre-seed di due anni fa, Francesco e il team hanno raggiunto tappe estremamente impegnative prima del previsto e hanno assunto un team che spazia dalla fisica del plasma alla progettazione di magneti avanzati e simulazioni al computer. Il loro progetto di centrale stellare, scientificamente validato (peer-reviewed), conferma che la fusione può davvero essere commercialmente percorribile e offre all’Europa un’opportunità di essere la prima a raggiungere l’obiettivo”.
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