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Come il gruppo slovacco della cybersecurity Eset si sta espandendo in Italia

L'azienda punta a una strategia basata su innovazione, protezione multilivello e un presidio locale per garantire supporto e attivarsi in modo immediato
Come il gruppo slovacco della cybersecurity Eset si sta espandendo in Italia
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Articolo tratto dal numero di maggio 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

La sfida per la sicurezza si fa sempre più complessa e sofisticata, soprattutto quando gli attacchi sono portati in modo da colpire al cuore paesi e aziende, insinuandosi nei loro sistemi. La cybersecurity è una partita globale, per la quale servono gli strumenti adatti e partner tecnologici in grado di predisporli. Eset, gruppo slovacco in forte espansione anche in Italia, dove è presente dal 2019, punta a dare una risposta efficace a questa esigenza con una strategia basata su innovazione, protezione multilivello e un presidio locale per garantire supporto e attivarsi in modo immediato. Soprattutto in un momento in cui, complice la situazione internazionale, si è tornati a parlare di un riarmo europeo, che non può essere limitato agli arsenali stile XX secolo, ma che deve comprendere le nuove tecnologie e i sistemi di difesa per la cybersecurity.

“Questa fase di conflitto aperto nel cuore dell’Europa, come azienda europea, ci ha portati a dare da subito il nostro contributo all’Ucraina”, racconta Fabio Buccigrossi, country manager di Eset Italia. “Abbiamo fornito elementi per sostenere gli attacchi cibernetici e applicato le soluzioni prodotte dalla nostra azienda alla protezione dei dispositivi che controllano i sistemi di difesa e hanno un alto fattore di rischio e di vulnerabilità. Il fatto di essere un’azienda europea è un elemento distintivo rispetto agli altri vendor, con sede altrove. Ci muoviamo con la conoscenza delle normative che regolano il mondo della cybersecurity e degli adempimenti richiesti, perciò le nuove soluzioni che adottiamo già contemperano questi adeguamenti. Peraltro, con Eset tutti i dati dei clienti restano in Europa, e anche questo è un elemento che va incontro alle normative per la sicurezza”.

Per quanto riguarda il mercato italiano, una delle peculiarità di Eset è quella di poter contare su servizi erogati nella nostra lingua. Perché questa decisione?

Abbiamo cercato di differenziarci dai competitor, che erogano servizi simili, ma in inglese. Eset ci ha dato il via libera alla realizzazione di un Security Operations Center (Soc) a Milano, che è composto interamente da ingegneri specializzati italiani che monitorano 24 ore al giorno le infrastrutture dei clienti per la protezione dagli attacchi cibernetici. Esistono già strumenti che dovrebbero essere in grado di bloccare queste intrusioni, ma nessuna azienda specializzata può averne la completa sicurezza. Il monitoraggio, supportato dalla tecnologia, si rende necessario proprio per avere, in caso di attacco, la possibilità di intervenire in tempo reale. La lingua italiana ci offre l’opportunità di rendere più fluidi i rapporti con le aziende, che al momento in cui vengono allertate sono in grado di collaborare più facilmente con la nostra struttura. Dialogare con la stessa lingua è un fattore che, nei momenti difficili, può fare la differenza.

Quali sono oggi il tipo di risposta e il livello di consapevolezza delle aziende italiane davanti al rischio di un cyber attacco?

Quando suggeriamo un monitoraggio continuo delle infrastrutture come migliore soluzione per la protezione dei dati aziendali, troviamo le aziende piuttosto informate, a differenza di qualche tempo fa, e aumenta il numero di quelle che prevedono l’adozione di questo tipo di servizio. La sensibilizzazione deriva sicuramente dalle nuove normative, come la Nis 2, ma è stato percepito anche il fatto che un attacco hacker mette a rischio non solo la produzione, ma anche l’immagine e l’aspetto economico dell’azienda. Questo rende necessario un investimento in cybersecurity. Il monitoraggio 24 ore al giorno, sette giorni su sette, ha naturalmente costi diversi da quelli di una soluzione per la protezione dei device, il vecchio antivirus ad esempio, e serve un budget diverso che non tutti hanno messo a disposizione. Perciò Eset propone due soluzioni: una di primo livello, in cui una forma di monitoraggio viene fatta a un costo accettabile, sostenibile anche da chi non aveva ancora predisposto un apposito capitolo di spesa, e un secondo livello, più completo, che innalza ulteriormente il livello di protezione. Ogni nostra azione è comunque svolta da persone che sanno come gestire il trattamento dei dati dei clienti finali, specie quando si tratta di strutture che dispongono di dati sensibili.

Il vostro è un gruppo in forte espansione. Quali sono i prossimi obiettivi?

Il futuro della cybersecurity si prospetta sempre più complesso, caratterizzato da minacce sofisticate e in continua evoluzione, che richiederanno soluzioni capaci di rispondere in tempo reale. L’aumento di attacchi ransomware, phishing e alle supply chain spingerà le aziende a investire in tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, che saranno essenziali per prevenire queste minacce, e che noi impieghiamo già dal 1995. Per questi motivi Eset sviluppa continuamente progetti innovativi che le permettano di rimanere competitiva sul mercato.

E per quanto riguarda l’Italia?

Abbiamo aperto la filiale italiana prima del Covid ed eravamo in due. Oggi siamo 43 persone, con un fatturato di circa 20 milioni. Puntiamo a posizionare correttamente Eset nel mercato italiano, proponendo un ampio portafoglio perfetto per le pmi, ma anche per il segmento mid-market e per il mercato enterprise.

Lei ha un legame con il mondo dello sport. Quali sono le similitudini tra lo sport e l’approccio di Eset alla sicurezza informatica?

Sono convinto che lo sport, che ho praticato agonisticamente fin da piccolo e che continuo a praticare tuttora, mi abbia trasmesso valori fondamentali, come il coraggio, l’affidabilità, la passione, la determinazione, lo spirito di squadra, il gusto della sfida e l’onestà intellettuale. Molti di questi principi sono evidenziati anche nella home page di Eset, il che rende immediatamente evidente un terreno valoriale comune. Devo aggiungere che il mio approccio sportivo si riflette pienamente anche nella gestione quotidiana del lavoro. In fondo, ogni nuovo anno fiscale è un po’ come una nuova maratona: si parte con entusiasmo, determinazione e voglia di battere il proprio primato personale.

 

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