Secondo l'International Barometer di Cegos, l'89% dei dirigenti è soddisfatto del proprio lavoro.
Il reclutamento dei manager è una sfida: il 42% dei direttori e dei responsabili delle risorse umane fatta a trovarli, e il 68% ritiene che i suoi dipendenti non possiedano le competenze per assumere ruoli dirigenziali. È uno dei risultati emersi dall’International Barometer di Cegos Group, gruppo internazionale della formazione aziendale, dedicato ai manager di nuova nomina – ovvero i dipendenti che assumono responsabilità manageriali per la prima volta – e a direttori e responsabili delle risorse umane.
Lo studio è stato condotto nel marzo 2025 in 10 paesi dell’Europa, dell’America Latina e dell’Asia e ha riguardato percorso, aspettative e sfide di questo livello manageriale. Ha dimostrato, tra l’altro, che le principali motivazioni per diventare manager sono la retribuzione migliore, l’attitudine alla risoluzione dei problemi e il contributo alle prestazioni dell’organizzazione.
La selezione
Tra i criteri per selezionare i manager, gli intervistati del settore hr ritengono ugualmente importanti le competenze interpersonali e relazionali e le competenze tecniche, citate entrambe dal 50% del campione. In Italia si pone enfasi soprattutto sulle competenze umane, menzionate dal 63%.
Le aspettative degli hr riguardano soprattutto il raggiungimento degli obiettivi di crescita e redditività (41%), la creazione di team con alte prestazioni (37%) e l’ottimizzazione dei processi lavorativi. In generale è forte l’affiancamento durante la transizione: il 74% dei manager di nuova nomina ha ricevuto formazione e supporto e il 56% è stato sostenuto anche prima di entrare in carica.
L’opinione dei manager
I manager si sentono ben preparati per il nuovo ruolo: il 95% dice di averne una comprensione chiara. È elevata la soddisfazione complessiva sul lavoro: l’89% è contento delle proprie prestazioni e l’83% incoraggerebbe un conoscente a ricoprire una posizione manageriale.
Tuttavia cresce la preoccupazione per l’eccesso di lavoro: il 67% (che sale al 69% in Italia) parla di un aumento delle proprie ore lavorative, con conseguenti difficoltà nel trovare un equilibrio tra vita privata e professionale. Il 47% dichiara inoltre di non avere il tempo necessario per supportare il proprio gruppo nello sviluppo interpersonale e individuale.
Quanto alle mansioni più richieste, il 78% dice di essere coinvolto nell’adozione dell’intelligenza artificiale (la quota scende però al 62% in Italia), mentre il 77% è impegnato in iniziative di responsabilità sociale.
Secondo gli intervistati, le qualità più importanti che un manager deve sviluppare sono leadership e motivazione del team, comunicazione chiara ed efficace con i dipendenti, processo decisionale rapido e strategico.
“Questi risultati sottolineano quanto sia strategico, per le organizzazioni, riconoscere per tempo i dipendenti con potenziale manageriale”, ha commentato Alessandro Reati, head of people & culture e hr & organization practice leader di Cegos Italia. “Il successo delle promozioni interne dipende dalla capacità di individuare in anticipo chi è in grado non solo di eccellere nelle competenze tecniche, ma anche di assumere un ruolo di leadership, capace di coinvolgere e unire i team”.
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