Da non perdere | Responsibility

Rilanciare Milano, tra opportunità e nuovi modelli: parte Utopian Hours

Riflessioni e dialoghi in vista della main edition dal 17 al 19 ottobre a Torino: tre giorni dedicati a city making e innovazione urbana.
Rilanciare Milano, tra opportunità e nuovi modelli: parte Utopian Hours
Enzo Argante
Scritto da:
Enzo Argante

“Il futuro è fatto di case sostenibili, economiche e basate sulla condivisione del sapere”. Questa la previsione di Mel Esquerre di WikiHouse, startup londinese che promette di rivoluzionare il settore delle costruzioni grazie alla progettazione opensource che sta funzionando in molte città del mondo.

Utopian Hours

Il segnale parte dall’edizione milanese di Utopian Hours, la giornata di ispirazione, visione e confronto che ha dato spazio a tante voci coinvolte nei processi di rilancio di Milano, tra opportunità, nuovi modelli e forti squilibri a confronto  con esperienze e approcci innovativi di altre città: Oslo, Bruxelles, Londra.

Un momento di riflessioni e dialoghi in vista della main edition dal 17 al 19 ottobre a Torino: tre giorni dedicata al meglio del city making e dell’innovazione urbana. Il titolo del festival è un vero e proprio programma per il futuro: United Cities. Per far fronte alle sfide e alle difficoltà che il mondo sta attraversando, la soluzione è una alleanza tra città.

Si apre con riflessioni su Milano. “Se vuoi bene a una città la devi abbracciare, anche con i suoi difetti – ha detto il fotografo Andrea Cherchi, parlando del suo rapporto con Milano – Raccontarla è un’esperienza toccante. Io ho messo da parte le cose negative perché ci fanno solo perdere tempo”. Carlo Antonelli, che ha vissuto, analizzato e accompagnato anni di cambiamento della città, spera che Milano recuperi una dimensione di playground per favorire quell’energia creativa che è spesso scintilla di tante esperienze virtuose. “Forse più che di tanta intelligenza avremmo bisogno di un po’ di stupidità.”

La dimensione sociale

“Dovessi scegliere una solo una parola sarebbe opportunità. Quando hai un’idea, proponila» così Claudio Nelli di Urbanfile, mentre Roberto Vignola di Fondazione Cevsi ha rimesso al centro la necessità di “costruire spazi funzionali e belli per le comunità che oggi vivono in situazioni di disagio sociale. Non possiamo risolvere i problemi delle città con una unica ricetta”. Al dibattito ha partecipato anche Giancarlo Tancredi, assessore alla rigenerazione urbana del comune di Milano: “La nostra città ha un ruolo chiave per il paese e abbiamo una grande responsabilità. Stiamo cercando di conciliare le due anime della città: quella che cresce e quella che si sente esclusa, non lasciando indietro nessuno”.

Matteo Motti, policy advisor dell’assessorato alla rigenerazione urbana, ha colto l’occasione per presentare l’Atlante dei Quartieri, il progetto per il nuovo PGT pensato per guidare nuove strategie di welfare urbano.

La dimensione internazionale

Dalla dimensione locale alla visione internazionale del festival. Snøhetta ha portato alla Fabbrica del Vapore l’idea di un’architettura che guarda ai bisogni della comunità e che cerca di integrare riuso, ristrutturazione, attenzione ai materiali e dialogo con la natura. Jette Hopp ha offerto una testimonianza preziosa: è dall’incontro di queste dimensioni che può nascere un’architettura in grado di disegnare città più vivibili con una parola chiave per il futuro del city making: Generosity.

Con Fondazione Cariplo e KCity, Stratosferica ha curato il “deep dive” dal titolo Progettare Sperimentando, una serie di contributi per riflettere sugli usi transitori. Paolo Cottino, direttore di KCity, ha presentato gli undici progetti finanziati dal percorso di accompagnamento spiegando cosa si intende con usi transitori.

Giorgio De Ambrogio di KCity e Sam Rosenzweig di Communa hanno poi dialogato sui differenti approcci tra Belgio e Italia, offrendo nuove prospettive su un tema in costante evoluzione. Quindi il panel con tante esperienze concrete tra pubblico (Regione Toscana, Regione Emilia RomagnaComune di Livorno), fondazioni (Caterina Dallara) e progettisti (Crew) per capire come mettere a valore —economico ma anche e soprattutto sociale— il capitale edilizio in disuso nel nostro Paese.

Luoghi per la cultura

Nel suo talk Sam Rosenzweig ha raccontato la nascita e l’evoluzione di Communa. Muovendosi in un mercato complesso, tra prezzi in ascesa e difficoltà burocratiche, questo network indipendente basato a Bruxelles è riuscito con dedizione, passione e un pizzico di incoscienza, a costruire una pratica consolidata. Un modello di business che funziona grazie al quale tantissimi edifici non utilizzati della città hanno riacquistato un ruolo all’interno della mappa urbana trasformandosi in abitazioni, luoghi per la cultura, la socialità e la micro-economia.

Lombardini22  ha poi proposto un ragionamento sul tema dell’affordable housing. Lo scorso anno ci chiedevamo se Milano fosse un posto da vivere o da lasciare. Nel 2025 siamo ripartiti da una presa di posizione forte che dava il titolo al confronto: No need to leave. Juri Franzosi, direttore generale di Lombardini22, ha illustrato il lavoro che sta conducendo una delle principali società di progettazione in Italia nella ricerca di formule abitative sostenibili, auspicando una nuova alleanza tra aziende, imprese e gli operatori del settore.

LEGGI ANCHE: Deforestazione, nel 2024 persi 6 milioni di ettari: ecco le iniziative per invertire il trend

Questo articolo è stato notarizzato in blockchain da Notarify.

QR Code certificazione Notarify

CERTIFIED BY NOTARIFY