In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, Forbes Italia condivide i contenuti emersi durante uno dei panel più significativi dell’evento Forbes Quality of Life, tenutosi lo scorso 26 maggio a Palazzo… Leggi tutto
In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, Forbes Italia condivide i contenuti emersi durante uno dei panel più significativi dell’evento Forbes Quality of Life, tenutosi lo scorso 26 maggio a Palazzo Wedekind. Un confronto tra istituzioni, esperti e professionisti per analizzare il rapporto tra scelte quotidiane e salute pubblica, con un focus particolare sul tema del fumo, dell’alimentazione e della prevenzione.
Il panel, dal titolo “Stili di vita e benessere: cultura, prevenzione e nuove strategie per vivere meglio”, ha messo in luce quanto l’educazione alla salute sia oggi una priorità trasversale, che riguarda cittadini, aziende e decisori politici…
Il 26 maggio a Palazzo Wedekind, Forbes Italia ha riunito esperti e istituzioni per una tavola rotonda dal titolo “Stili di vita e benessere: cultura, prevenzione e nuove strategie per vivere meglio”, nell’ambito dell’evento Forbes Quality of Life. Al centro del dibattito: la necessità di ridefinire il concetto di benessere attraverso azioni concrete, consapevolezza e approcci interdisciplinari.
«Lo sport, l’alimentazione, la cultura della prevenzione: tutto concorre a migliorare la qualità della vita», ha spiegato il giornalista moderatore aprendo i lavori. E proprio la prevenzione è stata al centro dell’intervento dell’onorevole Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari Sociali. «L’Italia investe troppo poco nella prevenzione primaria: solo il 5% del Fondo sanitario è destinato a questo ambito. Serve un’azione culturale capillare, a partire dai giovani», ha sottolineato, citando anche la strategia One Health come modello integrato tra salute umana, animale e ambientale.
Sulla stessa linea Francesco Moscone, professore di Business Economics alla Brunel University London, che ha evidenziato il peso economico degli stili di vita insalubri. «La prevenzione è anche una strategia fiscale. Premiare i prodotti sani e tassare quelli dannosi può generare risparmi diretti per lo Stato. Secondo i nostri studi, solo incentivando il passaggio a prodotti a rischio ridotto si potrebbero risparmiare oltre 700 milioni di euro l’anno.»
Il professor Vincenzo Montemurro, cardiologo, ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di una comunicazione scientifica chiara e accessibile. «Il fumo è responsabile di 90mila morti all’anno in Italia. Una sigaretta contiene oltre 4.000 sostanze chimiche, di cui 80 cancerogene. Parlare di riduzione del danno non è utopia, ma un dovere basato su evidenze scientifiche.» Ha poi aggiunto che «i nuovi dispositivi alternativi, pur non essendo privi di rischi, rappresentano una strada concreta per ridurre la nocività, soprattutto nei fumatori irriducibili».
Sul fronte della salute orale, la professoressa Gianna Maria Nardi (Università Sapienza) ha ricordato che «il cavo orale è spesso il primo distretto colpito dal fumo». Ha sottolineato l’importanza della formazione degli operatori sanitari, a partire dai corsi universitari: «C’è ancora troppa confusione, anche tra i futuri professionisti, su cosa comporta davvero l’uso della nicotina e sulla differenza tra combustione e riscaldamento.»
Il legame tra qualità della vita e cibo è stato invece al centro dell’intervento di Dominga Cotarella, presidente di Campagna Amica. «Solo il 35% dei bambini italiani consuma verdura regolarmente. L’agricoltura non è solo produzione alimentare, ma cultura e salute. Dobbiamo proteggerla da chi promuove l’omologazione e il cibo sintetico senza prove scientifiche sufficienti.» Ha poi denunciato la presenza di distributori automatici con cibi ultraprocessati nelle scuole, invocando politiche concrete per tutelare la dieta mediterranea.
Il panel si è chiuso con un richiamo all’identità italiana e al ruolo del vino come simbolo di cultura agroalimentare. «Il vino va rispettato, conosciuto, e non demonizzato», ha ribadito Cotarella, appoggiata dal professor Montemurro: «Un uso consapevole del vino, come di ogni alimento, può essere parte integrante di uno stile di vita sano.»
L’appello finale? Investire su formazione, informazione e approccio interdisciplinare, coinvolgendo anche la psicologia, come ha auspicato la professoressa Nardi. Perché la qualità della vita non si conquista solo con la medicina, ma con la consapevolezza quotidiana.