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Chi è Peter Kern, il magnate americano che ha salvato La Perla

L'ex ad di Expedia ha sborsato 25 milioni di euro e ha battuto la concorrenza di Lovable, di Calzedonia e di un fondo turco.
Chi è Peter Kern, il magnate americano che ha salvato La Perla
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È stato amministratore delegato di Expedia Group, la società di prenotazioni viaggi con servizi come Trivago. Vive in Italia e ha interessi soprattutto in Toscana, nel mondo del vino: possiede una cantina che produce Brunello di Montalcino, Il Palazzone, il podere Albatreti e una storica residenza della famiglia Frescobaldi, Villa Bibbiani. Peter Kern è il manager e imprenditore statunitense che ha salvato La Perla, azienda bolognese della moda di lusso che a febbraio 2024 era stata dichiarata insolvente dal Tribunale di Bologna ed era finita in amministrazione controllata. A dare la notizia, con qualche ora d’anticipo rispetto all’annuncio del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), è stato il quotidiano Il Messaggero, che ha citato fonti vicine al Mimit.

Kern avrebbe acquistato La Perla Manufacturing, la parte produttiva del gruppo, per circa 25 milioni di euro. Come amministratore delegato dovrebbe tornare Paolo Vannucchi.

Chi è Peter Kern

Kern si è laureato alla University of Pennsylvania e nel 1996 ha fondato una società, Gemini Associates, che ha venduto dopo cinque anni ad Alpine Capital. Ha lavorato a lungo nel mondo del private equity, ambito in cui ha creato anche InterMedia Partners nel 2005. Ha accumulato diverse esperienze anche nel campo delle telecomunicazioni, come amministratore delegato di Tribune Media, un conglomerato televisivo con sede a Chicago, come ad della tv statunitense in lingua spagnola Univision e come presidente della media company Hemisphere Media, altro gruppo statunitense che trasmette in lingua spagnola.

Nel 2018 è entrato in Expedia come vicepresidente, per poi diventare amministratore delegato nel 2020. Nel 2024 si è prima dimesso da ad, poi da vicepresidente e membro del consiglio di amministrazione.

La storia de La Perla

Kern ha acquistato un’impresa fondata nel 1954 dalla sarta bolognese Ada Masotti, soprannominata ‘Forbici d’oro’ per la sua abilità nel taglio. Il nome La Perla veniva dalle scatole foderate in velluto rosso in cui presentava le prime creazioni, come fossero gioielli.

L’azienda ha iniziato come marchio di lingerie, per poi allargarsi al prêt-à-porter, alla biancheria da notte, agli accessori e ai costumi da bagno. È rimasta nelle mani della famiglia Masotti fino al 2008, quando Alberto, figlio della fondatrice, di fronte all’aumento dei debiti decise di vendere a Jh Partners, società di private equity del finanziere John Hansen, con sede a San Francisco. “Ritenevamo che, una volta arrivati a 70 anni, con l’avanzare di nuove generazioni, non fossimo all’altezza delle sfide della globalizzazione”, disse all’epoca Masotti.

Nemmeno Jh Partners, però, riuscì a sanare la crisi, e nel 2013 l’azienda fu venduta all’asta per 69 milioni di euro a Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb. Malgrado investimenti da oltre 300 milioni di euro per rilanciare il marchio, cinque anni dopo anche Scaglia si arrese e vendette a Sapinda Holding (poi Tennor), società londinese del discusso finanziere tedesco Lars Windhorst.

L’acquisto

Secondo Il Messaggero, sarebbe stata la moglie di Kern, Kirsten, a suggerire l’acquisto de La Perla. Kern avrebbe avuto la meglio sull’azienda di abbigliamento intimo Lovable, su un fondo turco e su Calzedonia, il gruppo del miliardario italiano Sandro Veronesi. Alcuni concorrenti avrebbero offerto più soldi di Kern, ma non garantivano di mantenere la produzione e lo sviluppo prodotti a Bologna. 

Pochi giorni fa, quando ha annunciato l’arrivo di un compratore che avrebbe salvato La Perla, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha parlato di un piano di rilancio che prevede “l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure La Perla Manufacturing e La Perla Global Management” e “40 assunzioni“.

Il Resto del Carlino, il più importante quotidiano bolognese, ha scritto che nella mattinata di oggi, martedì 10 giugno, fuori dalla sede, alcune lavoratrici – le cosiddette ‘perline’ – festeggiavano l’arrivo del compratore. “Il profilo sembra buono”, hanno detto.

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