Chef per vocazione, comunicatore per talento naturale e innovatore per scelta, quando parliamo di Alessandro Borghese si apre un ecosistema fatto di ristorazione, tv, tecnologia e intrattenimento. Un imprenditore risoluto, celebre… Leggi tutto
Chef per vocazione, comunicatore per talento naturale e innovatore per scelta, quando parliamo di Alessandro Borghese si apre un ecosistema fatto di ristorazione, tv, tecnologia e intrattenimento. Un imprenditore risoluto, celebre per il suo format 4 Ristoranti, ha rivoluzionato il racconto della cucina in TV, dando spazio a quello che gli esperti chiamano storytelling, non tralasciando però la competizione in un format che oggi compie dieci anni di successi. Ma il suo sguardo è sempre avanti: dal geniale concetto di Eatertainment, che fonde cibo e intrattenimento, alla recente creazione di una nuova società, la JK Holding, dedicata al mondo tech e ai creator, Borghese continua a investire su ciò che ama e a trasformarlo in impresa. Un’identità forte costruita nel tempo, instancabile innovatore che, come in tv, non ammette mezze misure “La cucina è divisa tra cucina buona e cucina cattiva” ci racconta.
Quanto nella sua idea di business ragiona come chef e quanto come imprenditore?
“Arrivato a questo punto mi sento di dire che le due cose viaggiano di pari passo, ho iniziato come cuoco più di 30 anni fa, ma ho sempre ragionato con un focus imprenditoriale. Sin dal mio primo lavoro come personal chef l’ho sempre visto come un business, come qualcosa da far crescere. Tutto in un’epoca in cui la cucina era rilegata solo a quello, non di certo al mondo della televisione, non c’era la possibilità di arrivare al grande pubblico e fare impresa così. Ho sempre ragionato da imprenditore, ma facendo il mio mestiere, perché questo è un lavoro di sacrificio, forza di volontà e resilienza”.
Nel suo settore non ci sono mezze misure: o una cucina funziona, o non funziona. Qual è il
segreto?
“La cucina è divisa tra cucina buona e cucina cattiva. Non c’è la via di mezzo. In questo il cliente è padrone, si siede a tavola e se mangia il tuo piatto con soddisfazionehai vinto. Questo è il motore del ristorante, noi chef siamo degli eterni bambini, dobbiamo saper giocare in cucina con i giusti ingredienti, seguendone la stagionalità”.
La musica e l’arte per Alessandro Borghese sono più che semplici passioni. Che ruolo hanno nella sua vita?
“Arte e musica mi accompagnano da sempre. Musica e cibo hanno per me un potere evocativo unico, possono riportarti indietro nel tempo. È una passione che mi ha trasmesso mia madre, lei era un’amante dei vinili. La musica mi ha accompagnato un po’ ovunque, per molto tempo è stata la mia alleata di viaggio, la mia colonna sonora quando ho lavorato sulle navi da crociera, ma anche la carica mattutina per iniziare una nuova giornata. Per questo nel mio primo programma televisivo, Cucina con Ale, ho voluto coniugare proprio musica e cucina, sono stato il primo a farlo. Anche ora, avendo il ristorante con il DJ all’interno porto un po’ della mia passione in sala; noi siamo fatti di sensazioni, penso sia fondamentale abbinare a un buon piatto della buona musica”.
4 Ristoranti quest’anno compie dieci anni. Come ha capito che in quel momento la tv italiana aveva bisogno di questo format?
“Concretizzare le mie idee non è stato semplice, in quel momento la tv era più chiusa a questo tipo di format, ho dovuto farmi strada. Abbiamo sempre avuto in Italia programmi di cucina girati in studio, la novità è stata quella di raccontare la ristorazione e la nostra Italia in modo coinvolgente: con i ristoratori che si sfidano nella loro città, con i loro piatti. La tv dieci anni fa necessitava un format così: leggero, itinerante, dinamico, che raccontasse storie di persone e non solo piatti. Da quell’idea siamo partiti con una fase sperimentale, ha funzionato”.
Lei ha coniato il termine Eatertainment. Ce lo spiega?
“Chiacchierando con mia moglie, quando abbiamo creato la società che gestisce tutto il mio universo televisivo ma anche della ristorazione, abbiamo pensato ad un titolo che coinvolgesse sia l’intrattenimento che la cucina, da qui il termine Eatertainment invece di entertainment, facile no? Del resto facciamo intrattenimento con il cibo”.
So che tra le tante cose ha costituito una nuova holding?
“Il mondo sta cambiando in maniera molto rapida, molti lavori muteranno. La JoyKey Holding rappresenta la mia nuova passione per il mondo tecnologico, è una società fatta da 5 amici soci, io essendo un promotore della creatività ho voluto dare spazio a questo progetto che dà la possibilità ai creator di tutto il mondo di poter investire su sé stessi, esprimersi e monetizzare le proprie capacità. Vedo un futuro davvero brillante in questo campo”.