La banca d'affari statunitense richiamerà presto tutti i dipendenti in ufficio. L'ultimo atto di una stretta sul lavoro remoto iniziata nel 2021
Jp Morgan Chase dice addio allo smart working. Secondo l’agenzia Bloomberg, la banca d’affari statunitense sta per richiamare tutti i dipendenti in ufficio a tempo pieno, dopo il periodo di lavoro ibrido su larga scala cominciato con la pandemia.
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Jp Morgan e il ritorno in ufficio
Il ritorno in presenza per tutti è l’ultimo atto di una stretta cominciata nel luglio del 2021, con il ritorno dei dipendenti in ufficio a turno. Ad aprile 2022 l’amministratore delegato, Jamie Dimon, in una lettera agli azionisti scriveva che solo il 10% dei dipendenti avrebbe potuto lavorare sempre da casa e il 40% avrebbe potuto farlo per alcuni giorni a settimana. Un anno più tardi Dimon chiese ai managing director di tornare in presenza al 100%.
Nel frattempo Jp Morgan ha investito proprio sugli uffici: a Manhattan sta completando un grattacielo di 60 piani che ospiterà 14mila dei suoi 300mila dipendenti, con sale yoga, spazi per la meditazione e aree all’aperto.
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Wall Street contro lo smart working
Dimon ha cominciato presto a criticare lo smart working e a metterne in dubbio l’efficacia. Già a settembre 2020 lamentava una diminuzione della produttività dei dipendenti che lavoravano da casa. L’anno successivo aveva detto di essere stufo di riunioni su Zoom e di non vedere i colleghi di persona e aveva dichiarato che lo smart working non funziona per i giovani. Di recente ha dichiarato che vorrebbe “far tornare Washington, D.C. al lavoro” e ha aggiunto: “Quando vengo qui [a Washington], non riesco a credere agli edifici vuoti [che vedo]. Le persone che lavorano per noi non vanno in ufficio”.
Molti capi di Wall Street condividono la sua opinione. Tra i principali critici del lavoro remoto c’è l’amministratore delegato di Goldman Sachs, David Solomon, che è stato tra i primi a chiedere il ritorno in ufficio. Nel 2021 Solomon aveva negato fosse lo smart working fosse “la nuova normalità” e l’aveva definito “un’aberrazione che correggeremo il più rapidamente possibile”. La tendenza non riguarda solo la finanza. Amazon, per esempio, ha annunciato la fine dello smart working a settembre, Disney lo aveva fatto già nel gennaio del 2023.
Che cosa pensano ceo e dipendenti del lavoro remoto
Secondo una ricerca di Kpmg, il 79% degli amministratori delegati statunitensi è convinto che i dipendenti torneranno in presenza entro tre anni. Solo pochi mesi prima, la quota era del 34%. Una visione che contrasta soprattutto con le preferenze dei lavoratori più giovani: secondo un sondaggio condotto dalla piattaforma iHire, citata da Business Insider, l’81,3% dei membri della Generazione Z (i nati tra i tardi anni ’90 e i primi anni del XXI secolo) considera “quando, dove e come” lavora “estremamente” o “molto” importante. Dati simili a quelli dell’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano, secondo cui il 73% dei tre milioni e mezzo di lavoratori italiani che si avvalgono dello smart working si opporrebbe se l’azienda chiedesse di tornare in ufficio.
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